FALSTAFF
Verdi e Shakespeare
Il Festival Verdi compie 25 anni e pone al centro di questa speciale edizione il tema del rapporto di Giuseppe Verdi con William Shakespeare. “Parlare di Verdi per noi italiani è come parlare del padre” scrive Massimo Mila. A sua volta Verdi, nelle sue lettere, chiama il sommo drammaturgo inglese “papà Shakespeare”, rivelando un legame che va molto oltre l’incontro tra due grandi uomini di teatro. Il programma del Festival vuole offrire l’occasione di approfondire questa relazione, declinandola al presente.
Macbeth (1847 e 1865), Otello (1887) e Falstaff (1893) sono le tre opere di Verdi che attraversando il XIX secolo ne hanno seguito l’evoluzione. Entrando nella profondità della psiche, hanno proiettato in avanti la drammaturgia verdiana, anticipando temi e forme che saranno propri del decadentismo e dell’espressionismo.
Tra le fonti letterarie che lo hanno ispirato, da Schiller a Hugo, è con Shakespeare che Verdi raggiunge gli esiti drammaturgici più compiuti. Così insieme al Gala Verdiano, imperniato su Luisa Miller e Rigoletto, e alla Messa da Requiem, che testimonia la profonda ammirazione per Manzoni, fulcro del Festival sono le nuove produzioni di Otello e Macbeth (1847), realizzate nei laboratori del Teatro Regio, il riallestimento di Falstaff e i percorsi tracciati da Ramificazioni. Stimolante e imprescindibile l’intreccio con il Verdi Off, festival nel festival che celebra la sua X edizione, portando il teatro fuori dal teatro incontro a pubblici sempre nuovi.
Vi aspettiamo per vivere ogni giorno l’emozione unica della musica di Verdi nelle terre del Maestro.
Giuseppe Verdi
Commedia lirica in tre atti su libretto di Arrigo Boito, da William Shakespeare.
Edizione critica a cura di Gabriele Dotto, The University of Chicago Press e Casa Ricordi.
Prima rappresentazione il 9 febbraio 1893 al Teatro alla Scala di Milano.
Date
Teatro Regio di Parma
Venerdì 3 ottobre 2025, ore 20.00
Domenica 12 ottobre 2025, ore 20.00
Giovedì 16 ottobre 2025, ore 20.00
Prova Under30 mercoledì 1 ottobre 2025, ore 20.00
Durata 2 ore e 30 minuti, compreso un intervallo
Cast
| Sir John Falstaff | MISHA KIRIA |
| Mrs. Alice Ford | ROBERTA MANTEGNA |
| Ford | ALESSANDRO LUONGO |
| Nannetta | GIULIANA GIANFALDONI |
| Mrs. Quickly | TERESA IERVOLINO |
| Fenton | DAVE MONACO |
| Mrs. Meg Page | CATERINA PIVA |
| Bardolfo | ROBERTO COVATTA |
| Pistola | EUGENIO DI LIETO |
| Dott. Cajus | GREGORY BONFATTI |
Direttore Michele Spotti
Regia Jacopo Spirei
Scene Nikolaus Webern
Costumi Silvia Aymonino
Luci Giuseppe Di Iorio
FILARMONICA ARTURO TOSCANINI
CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA
Maestro del coro Martino Faggiani
Allestimento del Teatro Regio di Parma
Spettacolo con sopratitoli in italiano e in inglese
Sinossi
Atto primo
All’Osteria della Giarrettiera il Dr. Cajus si scaglia contro Falstaff e i suoi servitori, Bardolfo e Pistola, accusando tutti e tre di averlo ubriacato e derubato (“Falstaff! – Olà”), ma Falstaff ordina un’altra bottiglia di Xeres, respinge le insinuazioni e lo spedisce via: del resto è impegnatissimo a scrivere due lettere – identiche – da inviare a due signore di Windsor, Alice Ford e Meg Page, due donne avvenenti ma soprattutto ricche (“V’è noto un tal”). Falstaff è in bolletta, e il suo scopo è sedurle permettere mano ai loro denari. Richiesti d’aiuto nell’impresa, Bardolfo e Pistola rifiutano per motivi d’onore: il che dà l’occasione a Falstaff per una tirata sull’inconsistenza del concetto di “onore” (“L’onore! Ladri!”). Dopodiché li congeda e dà l’incarico al paggio Robin. Alice e Meg non ci mettono molto ad accorgersi che le lettere ricevute da Falstaff sono uguali, e mangiano subito la foglia (“È un ribaldo, un furbo”): davanti a casa Ford si in-contrano insieme a Nannetta, figlia di Alice, e all’attempata Mrs Quickly, pensando il da farsi di fronte a quello che sembra un tentativo di raggiro. Poco distante, il Dr Cajus si sta ancora lamentando per il furto, e questa volta il suo sfogo se lo bevono, oltre a Bardolfo e Pistola, anche Ford e il giovane Fenton, quest’ultimo amoroso corrisposto di Nannetta (a insaputa di Cajus, pretendente ufficia-le della ragazza). A rincarare la dose, Pistola e Bardolfo per vendicarsi del licenziamento spifferano il progetto di Falstaff verso Alice e Meg, mandando su tutte le furie Ford. Adesso gli uomini pretendono di dare una lezione a Falstaff, Fenton cerca un momento tranquillo per strappare un bacio a Nannetta (“Pst pst, Nannetta”), Ford decide che si presenterà travestito a Falstaff chiedendogli un aiuto per conquistare i favori di Alice in modo poi da sorprenderlo in flagrante. Senza sapere tutto ciò, le donne hanno intanto messo a punto un loro piano: Quickly farà da ruffiana invitando Falstaff a un incontro galante, e poi scatterà la beffa (“Qui più non si vagoli”). Due trappole attendono Falstaff.
Atto secondo
La commedia è innescata. Bardolfo e Pistola si ripresentano a Falstaff fingendosi contriti (“Siam pentiti e contriti”); Quickly arriva puntuale con l’invito a recarsi da Alice dalle due alle tre, quando il gelosissimo Ford non è in casa (“Reverenza!”); e Falstaff si sente trionfante e quasi commosso del vigore delle sue antiche virtù (“Va’, vecchio John”). Intanto Ford dà seguito al proprio piano: si presentanei panni di un tale signor Fontana pagando Falstaff (che accetta senza esitazioni) perché lo aiuti a conquistare Alice. Certo, quando Falstaff rivela di avere già un appuntamento con Alice, Ford ha un sussulto, anzi approfitta di un momento di assenza di Falstaff, andato a vestirsi di tutto punto, per sfogarsi paventando le corna (“È sogno? o realtà?”), ma regge bene la messinscena fino in fondo. Tutto è pronto a casa di Alice e c’è fermento in attesa di Falstaff (“Presenteremo un bill”); vedendola tristissima, Alice promette a Nannetta di fare qualcosa perché non sposi Cajus, ma ora bisogna pensare ad altro (“Nannetta? e tu non ridi?”): finalmente Falstaff è arrivato puntuale a casa di Alice (“Alfin t’ho colto”), comincia il suo giochino seduttivo, ricordai bei tempi di quando era un giovine snello(“Quand’ero paggio del Duca di Norfolk”), ma viene interrotto dall’irruzione chiasso-sa di Ford e compagni (“Chiudete le porte! Sbarrate le scale!”): sanno che c’è Falstaff, e Ford vuole vendicare il suo onore ferito. Male comari, che avevano avvistato il loro arrivo, hanno nascosto Falstaff prima dietro un paravento poi, approfittando della perquisizione di Ford, nel cestone dei panni già controllato, Fenton e Nannetta si sbaciucchiano un poco di nascosto, la cesta viene rovesciata fuori dalla finestra e Falstaff precipita nel canale sottostante, fra le risate delle comari.
Atto terzo
Raffreddato e arrabbiato, Falstaff si sta rimettendo a fatica dal bagno inaspettato (“Ehi! Taverniere!”) quando Quickly si ripresenta da lui con un altro invito, questa volta per presentarsi travestito da Cacciatore nero a mezzanotte nel parco, dove lo attenderà Alice (“Quando il rintocco della mezzanotte”). Non sa che la burla è questa volta congegnata da comari e uomini insieme agli abitanti di Windsor: Nannetta si travestirà da Regina delle Fate, gli altri da spiriti e folletti, e metteranno una paura terribile a Falstaff, che crederà certa-mente alla leggenda secondo la quale queste creature non vanno guardate in volto. Ford, dal canto suo, conta nella situazione di travestimento per far sposare Nannetta, senza che se ne accorga, con Cajus. Nel bosco, mentre Fenton tenta di amoreggiare ancora con Nannetta (sonetto “Sul labbro il canto estasiato vola), irrompono Alice, Meg e Quickly che obbligano il giovane a indossare un saio da frate. Finalmente Falstaff si presenta puntuale alla quercia di Herne, ma appena tenta di corteggiare Alice scatta la tregenda (“Sul fil d’un soffio etesio”), irrompono la Regina delle Fate con il suo corteo, spiritelli, farfarelli, befane. Falstaff si getta faccia a terra per non guardare le fate, tutti si avventano su di lui ma casualmente con un’occhiata riconosce Bardolfo che volteggiando ha perso il cappuccio. Capisce di essere stato ingannato e scopre che il signor Fontana è in realtà Ford. Ma presto qualcun altro sarà ingannato a sua volta: a coronamento della giornata, Ford infatti fa sposare due coppie coperte da cappe e veli, una delle quali ha preparato fossero Cajus e Nannetta, ma Alice nel frattempo ha invertito i colori delle cappe, per cui al posto di Cajus c’è Fenton e al posto della sposa di Bardolfo c’è Cajus. Quando tutti se ne accorgono, a ridere ora è Falstaff, che invita tutti a prenderla per il lato giusto (“Tutto nel mondo è burla“), poiché è la vita stessa ad essere una burla.




