L’elisir d’amore – Per saperne di più
Elisir a gocce
Per leggere qualcosa sull’Elisir d’amore non dovrete liberare troppo tempo della vostra giornata. Guide e saggi si contano sulle dita di una mano. Per un inquadramento di base sono utilissimi i volumi di William Ashbrook (Donizetti. La vita e Donizetti. Le opere, Torino, EDT, 1986) e Guido Zavadini, Gaetano Donizetti. Vita-musiche- epistolario, Bergamo, Istituto italiano d’arti grafiche, 1948. Ma per anni le opere di Donizetti sono state oggetto di considerazioni occasionali, per cui potevano suscitare reazioni singolari idee come quella di un uomo cólto e intelligente come Gianandrea Gavazzeni, che in Donizetti e «L’elisir d’amore» (in «Rassegna Musicale Italiana», VII, 1934) proponeva l’ispirazione del paesaggio dell’opera in quello delle colline bergamasche..
Dopo il Rinascimento
La cosiddetta Donizetti-Renaissance di metà Novecento ha cambiato completamente il vento. Per cui ecco gli studi sul libretto (Bruno Brizi, Il libretto dell’«Elisir d’amore», in «Cultura Neolatina», XLI, 1981, pp. 41-55), i saggi nel “Donizetti Society Journal”, lo studio di Frank Markling su “Una furtiva lagrima” (Opera News 53, aprile 1989), i «Quaderni della Fondazione Donizetti» (L’ elisir d’amore a cura di Livio Aragona e Federico Fornoni, n. 18, del 2009). Oggi esiste anche l’edizione critica curata da Alberto Zedda, e uno strumento utilissimo come Le prime rappresentazioni delle opere di Donizetti nella stampa coeva, a cura di Annalisa Bini e Jeremy Commons, Skira, 1997 (per L’elisir: pp. 300-314).
Joan e poi gli altri
Inutile girarci intorno: Joan Sutherland è il prototipo di tutte le Adine moderne e colei che ha sublimato il ruolo, almeno vocalmente. L’edizione diretta da Richard Bonynge con lei, Pavarotti, Dominic Cossa e Spiro Malas è senz’altro ancora quella dal livello più alto in tutte le sue componenti. Certo, Gavazzeni nel 1952 e nel 1967 ne ha dirette due di grande forza vitale (con Alda Noni, Cesare Valletti, Afro Poli e Sesto Bruscantini e con Renata Scotto, Bergonzi, Taddei e Cava), altrimenti si va sul sensuale con l’edizione Molinari Pradelli del 1969 con Rosanna Carteri, Luigi Alva, Rolando Panerai e Giuseppe Taddei. Ritmo e recitazione al top nel 2005 alla Staatsoper di Vienna, direttore Otto Schenk, con Rolando Villazón, Leo Nucci, Ildebrando D’Arcangelo tutti strepitosi e Anna Netrebko nel suo momento migliore.
Vienna 2005 (Netrebko, Villazón, Nucci, D’Arcangelo)
Film 1968 (con Mirella Freni, Renzo Casellato, Sesto Bruscantini, Mario Basiola, regia di Alessandro Brissoni, Orchestra Rai dir. Mario Rossi)
“Una furtiva lagrima” (Enrico Caruso)
“Una furtiva lagrima” (Luciano Pavarotti)
– Amsterdam 2002 (Norah Masellem, Roberto Aronica, Mariusz Kwiecen, Bryn Terfel, dir.: Gabriele Ferro)
– Madrid 2006: (Patrizia Ciofi, Antonino Siragusa, Marco Vinco, Ruggero Raimondi, dir. Maurizio Benini
– “Prendi per me sei libero” (Joan Sutherland, Luciano Pavarotti)
– “Chiedi all’aura lusinghiera” (Joan Sutherland, Luciano Pavarotti)
– “Adina credimi” (Luciano Pavarotti)
– “Adina credimi” (Giuseppe Di Stefano)
– “Come Paride vezzoso” (Tito Gobbi)